lunedì 12 aprile 2021

Cheesecake newyorkese.. il top!


Certo non ha il solito gusto che mangiarla a New York ma è ugualmente fantastica.. questa New York Cheesecake!

Quando l'ho assaggiata da Magnolia Bakery mi sono quasi commossa e mi è rimasta nel cuore.
Ogni tanto va riassaporata per sostenerne il ricordo.

Ingredienti:

Per la base (io uso una tortiera apribile di cm 22 di diametro):
- 240 gr di biscotti Digestive (in commercio adesso si trovano anche quelli con meno grassi e la riuscita è la solita!)
- 110 gr di burro fuso

Per la crema:
- 500 gr di formaggio fresco spalmabile
- 100 gr di panna fresca liquida, non montata
- 65 gr di zucchero
- un uovo intero + un tuorlo
- mezzo succo di limone
- 25 gr di maizena
- bacello di vaniglia o vanillina

Per la copertura:
- marmellata di fragole
- fragole e/o frutti di bosco a volontà

Fondere il burro e lasciarlo intiepidire; nel frattempo frullate in un mixer i biscotti fino a ridurli in polvere. Poi versateli in una ciotola e versate il burro. Mescolate con un cucchiaio fino ad uniformare il composto.

Prendete lo stampo a cerniera e foderate la base con carta forno (fate un disco di carta forno rotondo, soltanto per la base, non per i bordi) e poi versate l’impasto e schiacciatelo con il dorso del cucchiaio.

Ponete in frigorifero la base per almeno 30 minuti.


Nel frattempo preparate la crema: in una ciotola rompete le uova con lo zucchero e sbattete il tutto con una frusta fino ad ottenere una crema bella spumosa.

Aggiungete anche il formaggio cremoso, il succo di limone e l'amido di mais fino a che il tutto non sarà ben amalgamato.

Unite poi la panna e mescolate ancora delicatamente con la frusta. 

Riprendete dal frigorifero la base di biscotti e versate il composto all'interno livellate la superficie e infornate in forno statico (preriscaldato) a 160° per 60 minuti, poi proseguite la cottura a 170° per altri 20 minuti. 

Una volta cotta, lasciate raffreddare la cheesecake nel forno spento con lo sportello aperto.



Quando è completamente fredda sfornate la cheesecake passando prima un coltello liscio nei bordi e poi aprite lo stampo a cerniera. Travasate la cheesecake su un piatto da portata e dedicatevi alla decorazione.

Spalmatela con marmellata di fragole e componete le vostre decorazioni con fragole e frutti di bosco a volontà!



domenica 11 aprile 2021

Ma in che posto meraviglioso è il B&B il Cuore...?

Il B&B Il Cuore si trova all'interno di un meraviglioso Centro Storico della Città di Massa, in Toscana.

Quella Toscana che è anche Liguria... quei luoghi degli antichi liguri-apuani.

Dalle Alpi Apuane il panorama è mozzafiato.. 

Massa: una città ricca di storia e cultura al confine tra Liguria e Toscana, incastonata tra le Alpi Apuane ed il mare.


Quindi non soltanto mare e non soltanto montagna.. in una giornata si possono fare tantissime cose.

Alzarsi presto la mattina per fare una bella passeggiata sulle Apuane e poi scendere al mare per godersi un pomeriggio di sole, mare e buona cucina!


Splendide piazze, chiese e fontane, ma anche castelli e pievi lungo la via Francigena e le statue stele, famosi idoli di pietra, immutevoli rappresentanti di un’antichissima civiltà.

Dal mare all’arte.. Massa e Carrara, a pochi chilometri di distanza dalla riviera apuana, conservano il fascino della tradizione di antiche città d’arte e di cultura.


A nord, fra le Apuane e gli Appennini, si apre la Lunigiana, terra antica, ricca di storia e tradizioni, dove i numerosi castelli, i borghi e le pievi romaniche sono elementi caratterizzanti di un variegato paesaggio collinare dolce e riposante.

Massa, forse meno conosciuta di quanto meriterebbe, è un’antica città in cui ancora si respira l’atmosfera medievale. Situata in una conca naturale incastonata tra le Alpi Apuane.. la città, le cui origini risalgono all’882, è uno scrigno in cui perdersi tra gioielli di arte e di architettura.

Tra le cose da non perdere nel centro della città ci sono certamente l’imponente Palazzo Ducale (o Palazzo Rosso) di Piazza degli Aranci, notevole poi il Museo Diocesano - ospitato nel “Palazzino dei Cadetti” - costruito alla fine del Cinquecento da Alberico I Cybo Malaspina. Qui si possono ammirare opere che rappresentano la storia artistica e religiosa della città, tra cui il trittico di Bernardino del Castelletto, il tesoro della Cattedrale, e altre espressioni di devozione popolare opera di artisti come Jacopo della Quercia, Felice Palma, Agostino Ghirlanda e Domenico Fiasella.

Ma visitare Massa non significa limitarsi ad ammirarne il centro storico: sono molte le perle del territorio da scoprire. A partire dal Castello Malaspina un vero e proprio fortilizio dal quale si gode uno dei più bei panorami sulla città, sulle Apuane e sulla riviera; notevole infine il Museo Etnologico delle Apuane, originariamente costituitosi da una collezione di materiali sulla civiltà agricola-pastorale lunigianese, il museo, gradualmente ingranditosi nel corso degli anni, oggi raccoglie più di diecimila pezzi sulla vita e sulle tradizioni popolari della Lunigiana, della Garfagnana e della Versilia.

Giungere dalle parti di Massa significa per molti anche sostare nella più significativa tra le sue frazioni: Marina di Massa. Rinomata località balneare della Riviera Apuana, Marina di Massa è una importante destinazione turistica, d’estate i suoi numerosi stabilimenti (alcuni dei quali storici, essendo attivi ormai da oltre un secolo), i locali, le discoteche e tutti i servizi per i turisti ne fanno una meta tra le più attraenti del litorale toscano settentrionale. A Marina di Massa gli appassionati di architettura potranno inoltre ammirare l’interessante Colonia Marina Edoardo Agnelli (già Torre Balilla, Torre di Massa o Torre FIAT), grattacielo di pianta circolare costruito nel 1933 per volontà del senatore Agnelli, e pensato proprio per il soggiorno estivo dei dipendenti della casa automobilistica torinese.





E poi da Massa alle Cinque Terre via mare è una meraviglia!
Il trasporto dei traghetti è gestito dal “Consorzio Turistico 5 Terre” che ha 15 imbarcazioni.
Sito Web: www.navigazionegolfodeipoeti.it
Telefono per info: 0187967676
Tranne Corniglia i traghetti arrivano e partono da tutti gli altri 4 borghi: Monterosso, Vernazza, Manarola e Riomaggiore con capolinea da una parte a Levanto e dall’altra a La Spezia passando anche per Porto Venere. 



Spostarsi con il traghetto è il modo migliore per vedere le 5 Terre.

In estate il traghetto che parte dal pontile di Marina di Massa vi porterà a visitare le splendide 5 terre, patrimonio dell’Unesco, il Golfo dei Poeti con Lerici e Portovenere dove illustri poeti e scrittori come Lord Byron e Bysshe Shelley hanno trovato la loro ispirazione ammirando tramonti mozzafiato.

Il punto di vista privilegiato che si ha dal mare di tutti i 5 borghi e dei 18 km di costa con tutti i monti paralleli al mare è davvero unico, indimenticabile e sensazionale.

Ma non possiamo non salire sulle Alpi Apuane (che sono soltanto a 15 minuti di macchina dal centro storico) e visitare il bellissimo Orto botanico... è un'esperienza unica!

Istituito nel 1966 per la salvaguardia della flora endemica delle Alpi Apuane è situato a Pian della Fioba all’altitudine di circa 900 m, l’Orto Botanico Pellegrini porta il nome del medico e botanico massese Pietro Pellegrini (1867-1957), che svolse numerosi studi sulla flora del territorio apuano. L’Orto fu istituito nel 1966 per la salvaguardia e la valorizzazione della flora apuana, facendola conoscere al pubblico attraverso attività didattiche e divulgative.

Il centro di divulgazione naturalistica propone visite guidate da studenti universitari. La visita dell’Orto botanico è una piccola escursione naturalistica lungo il sentiero che conduce fino alla vetta dell’Orto, dalla quale si gode una vista incantevole sulla catena apuana e su tutta l’area costiera, dal Golfo della Spezia fino alla Versilia. Grazie ai finanziamenti erogati dalla Regione Toscana il Parco delle Alpi Apuane ha recentemente portato a termine un importante intervento di recupero che ha consentito un’importante opera di valorizzazione di questo giardino alpino, che racchiude molte delle specie vegetali più significative e più rare delle nostre montagne. 

Con una superficie di circa tre ettari, all’interno dell’Orto è possibile osservare molte specie della flora apuana. La zona in cui si trova ospita infatti numerose specie endemiche e relitte che hanno suscitato l’interesse dei botanici fin dall’inizio del secolo scorso.

L’Orto botanico nei suoi diversi aspetti ricorda situazioni proprie di aree differenti delle Apuane. Vi si individuano diversi settori: nella parte inferiore, a substrato siliceo, si trovano l’arboreto, la collezione di castagni, il laghetto ed un piccolo vaccinieto, quindi nella parte più estesa, a substrato calcareo, si estende il querceto-carpineto con rocce affioranti sulle quali si insedia la vegetazione rupicola. 

Indirizzo: Via Provinciale Massa Arni, Pian della Fioba – Altagnana - Comune: Massa (MS)

Informazioni e prenotazioni: ortoapuane.aquilegia@gmail.com

E ancora le cave di marmo! Non si può non fare il Marmotour, Località Fantiscritti

La cava di marmo “Galleria Ravaccione n. 84” nasce nel cuore dei bacini marmiferi di Carrara, tra Ravaccione “luogo prediletto da Michelangelo per la qualità del marmo” e Fantiscritti, dove l’escavazione risale all’epoca Romana.

Nel 1983 Dell’Amico Carlo sfruttando i tunnel della “Marmifera” (treno adibito al trasporto dei blocchi) è stato il pioniere della tecnica di escavazione interna riuscendo a sviluppare nel centro della montagna delle immense stanze calcolate in 24000m. cubi sostenute da imponenti colonne che fanno restare il visitatore senza fiato, in un luogo quasi lunare dove si perde il senso delle proporzioni ed il tempo si ferma. Durante il tour il personale Vi mostrerà le immense stanze della “Cattedrale del marmo” e Vi fornirà informazioni relative alla nascita della cava in galleria, ai macchinari e loro utilizzi, alle tecniche di estrazione ed ovviamente informazioni sul marmo come materiale utilizzato in vari ambiti. Sarà inoltre possibile ammirare il Murale di Ozmo che ripropone la Genesi di Michelangelo. Ed infine Vi sarà spiegato come è nato lo Straordinario e di cosa di tratta (“Straordinario” il vino spumante e “Straordinario”il marmo). Il personale sarà inoltre a Vs. disposizione per rispondere alle Vs. curiosità.

I tour possono essere in Italiano, Inglese, Francese e Tedesco Trasporto

Accesso alla galleria tramite i nostri pulmini da 8 posti Durata

Visite guidate della durata di 30/40 minuti all’interno della cava ``Michelangelo``

Si potrà ammirare il murale di 160 mq di Ozmo omaggio a Michelangelo

Per tutte le informazioni: http://www.marmotour.com/ 

Ma non è vacanza se non si mangia bene! E qui, si mangia benissimo in ogni dove..

La cucina tipica massese è ricca di ogni ben di Dio!

Dai "Tordelli" dell'antica Tordelleria Giusti dove mani esperte preparano da sempre i ravioli tipici di Massa al Baccalà marinato, alla Torta di riso dolce e tante altre prelibatezze, tra pesce e carne e piatti poveri, che si possono gustare nei meravigliosi ristoranti presenti a Massa sia nel centro storico che a Marina di Massa.


Vi aspettiamo per le prossime vacanze qui a Massa.. perché l'Italia è un Paese meraviglioso!


Grazie, come sempre, all'Amico Matteo Dunchi per le foto (quasi tutte).











sabato 10 aprile 2021

L'oro bianco di Colonnata: viaggio tra Lardo e le cave di Michelangelo

 


Immaginate un borgo antichissimo arrampicato tra le montagne imbiancate dal marmo appena sopra la mondana Forte dei Marmi, dove si produce una delle delizie della Toscana e aggiungo una delizie della Toscana, dell'Italia e del mondo intero: il lardo anzi il Lardo, con la L maiuscola, perché SOLO qui si produce il Lardo di Colonnata.


A Colonnata, il paese incastonato tra le vette delle Alpi Apuane, il tempo sembra essersi fermato. Questo antico centro di produzione marmifera esiste sin dall'epoca romana e sembra aver preso il suo nome proprio perché il marmo qui estratto veniva utilizzato per costruire le colonne dei templi romani.

Per arrivare fin qui da Carrara bisogna imboccare una stradina tutta curve che conduce in cima ai monti, ma ne vale la pena: al tramonto lo spettacolo dei marmi che si tingono di sfumature arancio e rosate è indimenticabile. Da qui si vede la Corsica e lo sguardo si perde fino alla Liguria. Quelle montagne dei Liguri-Apuani.. ma questa sarà un'altra storia.

L'oro bianco di Colonnata non è solo il marmo: il paese che ha dedicato ai cavatori uno splendido monumento dello sculture Sparapani è rinomato anche per la produzione di lardo. Un alimento povero, con cui un tempo si sfamavano i lavoratori più umili, oggi è diventato una prelibatezza: qui viene ancora preparato secondo tradizione e messo a stagionare nelle conche di marmo scavate a mano, che gli garantiscono impermeabilità e traspirazione.


Il lardo veniva mangiato tagliato a strisce sottili dai cavatori, che lo accompagnavano con il pane, la cipolla cruda e un bicchiere di vino. 

Oggi non c'è niente di meglio, dopo una passeggiata per le stradine di Colonnata, che sedersi in una delle trattorie del paese ordinare un piatto a base di lardo: ottimo da accompagnare con la torta di "erbi" tipica della zona, con i pomodori rende al meglio ma anche a sorpresa con le acciughe, oppure con la pasta fritta o la polenta.

Oggi ho preparato queste bruschette con pomodoro e lardo di Colonnata, ecco i semplici ingredienti ma, vi assicuro, saranno un aperitivo o una merenda super prelibata!

Ingredienti:

- pane tagliato a fette

- aglio

- olio extra vergine di oliva, quello buono

- pomodori 

- lardo di Colonnata

- sale

- basilico 

Ho tostato le fettine di pane, le ho poi strofinate con uno spicchio di aglio e sopra ho messo i pomodori tagliati in un'unica fetta, li ho salati ed ho messo un pochino di olio e poi il lardo, quel lardo che profumava di mare e di Apuane... una bontà!


Per ultimo il basilico e buon appetito!


venerdì 9 aprile 2021

Gli Gnudi



Il loro nome deriva da una parola del dialetto toscano e viene utilizzato per indicare qualcosa di “nudo” e l’intero piatto si appropria di questo nome perché si tratta del classico ripieno dei ravioli, privo però del suo rivestimento.

La ricetta appartiene alla tradizione contadina e richiede, pertanto, pochi e semplici ingredienti che messi insieme riescono a stupire qualsiasi italiano e non solo, in maniera del tutto inaspettata.

I piatti semplici della cucina italiana, spesso sono i migliori e questo piatto ne è l’esempio: un connubio di ingredienti semplici e genuini, oltre che della preparazione.

Come tutte le ricette tradizionali, ogni famiglia e ogni componente della stessa famiglia ha la sua ricetta degli Gnudi ma tutti concordano nel dire che questa è una delle ricette toscane da provare, per via della sua semplicità e della sua bontà.
Uno dei problemi degli Gnudi è che se gli spinaci non sono tritati bene, potrebbe essere difficile ottenere una pallina perfetta perché gli ingredienti potrebbero non amalgamarsi per bene; io consiglio di tritare gli spinaci quanto più piccoli possibile.

Per il resto, vale sempre lo stesso consiglio: usare solo ingredienti di prima qualità, in primis la ricotta, per ottenere un risultato davvero perfetto. Ricorda che gli Gnudi sono buoni perché all’assaggio si sentono tutti gli ingredienti che, siccome il condimento è basilare, devono risaltare al massimo.


Questi spinaci li ho comprati in una piccola bottega che fa Gastronomia ma, soprattutto, frutta e verdura di quella buona.
Per quel che riguarda il condimento, la tradizione dice che gli Gnudi vadano serviti con un classico: burro, salvia e parmigiano.

La Signora Barbara, titolare del negozio Leonardo, che si trova a Massa, in Viale Trieste, è bravissima e cura con amore questo piccolo e rifornitissimo negozietto di frutta e verdura ed ogni ben di Dio di primissima qualità!

Ecco gli ingredienti:

- 250 gr. di spinaci
- 250 gr. di ricotta di pecora
- 1 pizzico di noce moscata
- 50 gr. di farina
- Olio extravergine di oliva
- 1 uovo
- 1 spicchio di aglio
- 50 gr. di parmigiano
- 1 pizzico di pepe nero
- noce moscata

Sciacquare molto bene gli spinaci, eliminare l'acqua in eccesso e  sistemarli dentro una padella con olio e lo spicchio d’aglio e quindi farli saltare per almeno 7-8 minuti.

Eliminare l'aglio, togliere gli spinaci dalla padella e tritarli.
Sistemare gli spinaci in una ciotola con la ricotta (senza liquido di conservazione). Lavorare i due ingredienti con il parmigiano per farli amalgamare, aggiungendo sale, pepe e noce moscata.
Aggiungere l’uovo all’impasto mescolando fin quando gli ingredienti non saranno completamente amalgamati.


Una volta pronto l’impasto, formare delle palline grandi quanto delle noci (possono essere più o meno rotonde): in questa fase è bene infarinare le mani di continuo in modo che l’impasto non resti appiccicato e che, soprattutto, gli Gnudi non si spacchino.

Ricoprire gli Gnudi di farina e lasciarli riposare per almeno 30 minuti.
Portare ad ebollizione acqua salata in una pentola larga e alta. Al momento del bollore, buttare gli Gnudi un po’ per volta e lasciarli cuocere fin quando non iniziano a tornare a galla. Scolarli con una schiumarola e condirli nella maniera che più si preferisce.

La farina classica può essere sostituita con farina di riso, così da preparare un piatto adatto anche ai celiaci e agli intolleranti al glutine.

Carciofi marinati


Con gli ultimi (quasi) carciofi della stagione non potevo non preparare questi carciofi marinati.

Una ricetta "sciué sciué".. semplice semplice e di sicura riuscita!

Ingredienti:
- 10 carciofi
- un litro e mezzo di acqua
- mezzo litro di aceto di vino bianco
- mezzo limone
- olio extra vergine di oliva
- sale e pepe nero
- aglio e prezzemolo

Si inizia pulendo i carciofi lasciando anche una parte del gambo. Io, prima di metterli in acqua acidulata con il limone, li strofino anche con un limone, così ossidano molto meno.


Nel frattempo portate a bollore l'acqua con l'aceto.

Quando bolle mettete i carciofi, tagliati in quattro, e lasciateli bollire per almeno 10 minuti.

Poi scolateli con delicatezza ed adagiateli su un piatto con la carta assorbente.

Quando sono asciutti poneteli in un contenitore e mettete aglio e prezzemolo. 

A parte ho preparato un'emulsione con olio, limone, sale e pepe.

Irrorateli con l'emulsione, rimettete un po' di olio se occorre e lasciateli riposare almeno 12 ore.

E poi... buon appetito!

giovedì 8 aprile 2021

Plumcake nocciole e zucchine



Una vera prelibatezza questo Plumcake! Con la delicatezza delle zucchine e il gusto avvolgente delle nocciole.

Praticamente senza burro, perché il burro serve soltanto per ungere lo stampo.

Ecco a voi la ricetta, provatela e fatemi sapere quanto vi è piaciuto!

Ingredienti:
- 30 gr di burro fuso per lo stampo
- un cucchiaio colmo di zucchero di canna
- 80 gr di nocciole tritate grossolanamente
- 135 gr di zucchine (usate zucchine piccole e, possibilmente, biologiche)
- 150 gr di zucchero
- 125 ml di olio di semi di girasole
- scorza di limone grattugiata
- 2 uova intere
- 155 gr di farina
- una bustina di lievito per dolci
- 60 gr di farina di semola di grano duro


Fondete il burro e ungere lo stampo del Plumcake lasciando sul fondo il burro in eccesso a cui aggiungerete lo zucchero di canna e 1/3 delle nocciole tritate grossolanamente.


Nel frattempo impastate le uova con lo zuccher
o, unite poi la farina, la semola ed il lievito.

Poi aggiungete le zucchine tritate, la buccia grattugiata di un limone, i 2/3 di nocciole tritate e l'olio.

Impastate bene il tutto e poi versate nello stampo del Plumcake.


Infornate a 180° per circa mezz'ora. Sfornatelo quando è freddo e, vi posso garantire, che se lo fate la sera per la mattina è ancora più buono!

Buon appetito!

venerdì 2 aprile 2021

Ravioli liguri - I ravièi

 

I Ravioli  o “Raviei” (nello spezzino si pronunciano raviei) sono una delizia per tutti i golosi e sono un piatto tipico della cucina ligure, e se cucinati con il sugo di carne tipico genovese “U Tuccu” diventano leggenda, trasformandosi in un piatto delle feste.

Come tutte le storie quando vengono raccontate, passano di bocca in bocca fino a diventare leggende, e nel caso dei Ravioli si deve tornare al XII secolo quando Gavi, oggi in Piemonte, faceva parte della Liguria.

Pare che nella famosa locanda della famiglia Raviolo a Gavi appunto, si fosse inventato un succulento piatto di pasta ripiena con verdura, la Boraggine per l’esattezza, questa pasta ripiena fu battezzata Raviolo in onore della famiglia proprietaria della locanda. In seguito questa locanda pare divenne famosa per i suoi Ravioli di verdura.

Altra storia forse più romantica, narra di una cuoca in ristrettezze economiche ma ricca di fantasia, (indispensabile in cucina) costretta a cucinare pasta ripiena con verdure e condire il tutto con avanzi di carne e molto formaggio saporito, il Raviggiolo, tipico dell’appennino tosco emiliano ma utilizzato anche in Liguria. Da qui Il primo nome di Raviggioli a quel piatto povero ma gustoso. Poi, rivisitata la ricetta con Boraggine e succulento ragù ti carne, il delizioso “Tuccu” ecco che i Raviggioli diventarono i Ravioli dei giorni nostri.

Comunque sia andata con la storia dei Ravioli, sembra che una pasta ripiena simile fosse presente nella cucina babilonese, egizia e persino in quella greca, per cui siamo di fronte ad una golosità di vecchia data.

Il loro condimento classico è il "tocco", un sugo di carne fatto con la cottura di un unico pezzo di carne per più di 5 ore, a volte lo faccio ma spesso, anche perché non ho molto tempo a disposizione, faccio un ragù di carne che però faccio sempre cuocere almeno 2 ore.
Io li faccio così, come mi ha insegnato mamma, ingredienti:
Per la sfoglia:

- 250 gr di farina 00
- 250 gr di semola di grano duro
- 5 uova

Per il ripieno:

- 400 gr di boraggine (se non la trovate usate le bietoline)
- 150 gr di carne di vitello
- 150 gr di carne di maiale
- 100 gr di salsiccia (io uso quelle di Pignone, in Val di Vara)
- un trito di cipolla, carota e sedano
- 8 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
- timo e maggiorana a volontà
- 1 uovo intero
- olio di oliva extra vergine q.b.
- sale, noce moscata e pepe q.b.
In una padella metto il trito di sedano, carota e cipolla in un pochino di olio e faccio soffriggere ma non bruciare!
Poi aggiungo tutte le carni trite compresa la salsiccia a pezzetti, regolo di sale e finisco di cuocere la carne.
A parte lesso la boraggine (o le bietole) per poco tempo, appena appassita la colo e la strizzo eliminando tutta l'acqua.
Nel frullatore inserisco la carne cotta e la boraggine e trito il tutto.
Metto tutto il trito in una terrina ed aggiungo gli altri ingredienti: formaggio, pepe, noce moscata, i "profumi" timo e maggiorana e l'uovo.
Impasto tutto e metto a riposare in frigorifero per almeno 12 ore perché così il ripieno si "lega" e si profuma.
Preparo poi la pasta e la metto a riposare almeno una mezz'ora e poi inizio a fare i miei raviei.


Ed eccoli... profumati di timo e maggiorana, pronti per essere gustati!
E buon appetito!